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La Rai non può uccidere Coliandro
 

Terminata lo scorso marzo la messa in onda della quarta stagione dell'ispettore Coliandro, per altro ridotta a due sole puntate e trasmessa di venerdì, la Rai non ha avuto alcun ripensamento sulla decisione del taglio definitivo della serie e più in generale delle fiction italiane, giustificato in modo poco credibile con esigenze di contenimento del budget, che però - chissà perché? - non colpiscono mai i sontuosi cachet dei protagonisti di altri e ben più dozzinali e inguardabili prodotti del piccolo schermo. Abbiamo lanciato allora una grande mobilitazione dei fans, per far sentire alla Rai la nostra voce e tutta la nostra indignazione: il "servizio pubblico" non può permettersi di trattare in questo modo una delle fiction più originali della televisione italiana (largamente apprezzata e acquistata anche all'estero) e milioni di spettatori che pagano il canone.


Protesta Fase 1 - Valanga di mail ai vertici Rai
La prima fase della protesta è consistita nell'invio di una valanga di mail con lo slogan "La Rai non può uccidere Coliandro" alle caselle di posta dei servizi di ascolto Rai e ai vertici aziendali. L'azione è perfettamente riuscita: è stata rilanciata da diversi mezzi di informazione, alcune caselle dell'azienda sono andate in tilt e il direttore di RaiDue, Massimo Liofredi, ha convocato l'attore protagonista Giampaolo Morelli per ribadirgli il suo pieno sostegno alla battaglia per la ripresa della serie.

Protesta Fase 2 - Spedizione in massa di coriandoli
Una battaglia che è poi passata alla "fase due", grazie ad una proposta creativa elaborata dai fans che frequentano il Forum di Coliandro. Si è pensato di inviare ai vertici Rai (il presidente Garimberti e il direttore generale Masi) qualcosa di simbolico in difesa della serie: c'era chi proponeva vasetti di yogurt e chi croccantini per gatti, alla fine si è convenuto sui più spedibili coriandoli. La spedizione di massa via posta è avvenuta il 19 e 20 aprile 2010: nei due giorni successivi in viale Mazzini sono arrivate oltre 300 lettere piene di coriandoli, con dentro il messaggio: "Coriandolo 'sta minkia! Rivogliamo Coliandro!" e mittente 'Ispettore Coliandro - Questura di Bologna'. Qui potete leggere una intervista con il punto della situazione ad aprile 2010.

Protesta Fase 3- Richiesta dimissioni di Giorgio Buscaglia
Mentre era in elaborazione la "fase tre" della protesta, ha pensato bene di farsi sentire Giorgio Buscaglia. Il responsabile programmazione Cinema e Fiction di RaiDue, presentando il 10 maggio 2010 le anticipazioni per l'estate, ha sentenziato: "Con una puntata di Coliandro ci compriamo dodici puntate di Ncis". Al di là di ogni considerazione su una distorta visione culturale che mette sullo stesso piano la serialità americana e una delle produzioni italiane più originali degli ultimi tempi, ci è venuto spontaneo riempire di mail Buscaglia per invitarlo a far risparmiare la Rai dimettendosi e alleggerendo così il bilancio aziendale del suo stipendio (e così in una successiva intervista Buscaglia ha cercato di salvarsi in corner).

Protesta Fase 4 - Raduno al Roma Fiction Fest e idee in cantiere
L'ultima occasione per far risentire la protesta contro il taglio della serie è stato il raduno promosso in occasione della serata del Roma Fiction Fest dedicata a Coliandro (l'8 luglio 2010) con la proiezione della puntata "666". Prossimo spunto potrà essere l'uscita dei Dvd della prima stagione a settembre.  

 

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